Se osserviamo bene una carota sembra che dica ‘vado dritta verso il centro della Terra per rifornirmi di energia e torno su’ 🙂
La carota è un concentrato di tutte le sostanze necessarie per la sopravvivenza: acqua, fibre, zuccheri buoni, minerali, metalli e oligoelementi tra cui il ferro (0,7gr in 100gr, non male per un vegetale); il manganese importantissimo per il metabolismo di zuccheri, grassi e proteine; il potassio, tonico cardiaco e muscolare, stimola i movimenti intestinali. Il colore arancione si deve al betacaraotene, antiossidante d’eccellenza, precursore della vitamina A importante per la salute degli occhi, della pelle, delle ossa e per la sintesi di molte proteine, tra cui quelle deputate al regolare funzionamento del sistema immunitario. Attenzione però a come si decide di mangiarle! Crude intere o affettate o cotte non è la stessa cosa.
Se decidete di mangiarle crude…
Le carote crude possono essere mangiate in molti modi: affettate, tagliate a julienne oppure in centrifuga. In ogni caso per ricavare dalle carote il massimo beneficio è necessario sottoporle a un ‘trauma’ da taglio (affettate con il coltello) oppure un trauma meccanico (grattugia o frullatore). Sgranocchiare carote crude è un comportamento comunque salutare , per l’effetto benefico delle fibre sulle gengive e sull’intero apparato digerente ma non permette di assorbire efficacemente la molecola più interessante delle carote, il betacarotene. Inoltre, per essere facilmente assorbiti dall’intestino i carotenoidi devono essere inglobati in micronavicelle dette micelle, la cui formazione è favorita dalla presenza di grassi nel pasto: via libera dunque all’olio extravergine di oliva come condimento basilare per le carote che aumenta non l’assorbimento del betacarotene ma anche la sua disponibilità a livello cellulare.
Se invece le mangiate cotte…
Mangiare carote cotte consente di ottenere l’assorbimento massimo possibile della molecola più interessante e benefica, il betacarotene: 39% contro l’11% che si ricava mangiando carote crude.