Farfalla seno

Una Farfalla sul seno…aiutiamola a volare

Parlando in giro non c’è proprio nessuno che non mi racconti di avere in famiglia o tra conoscenti o personalmente esperienza di carcinoma mammario. Se diamo uno sguardo alle statistiche solo nel 2023 in Italia sono stati diagnosticati 55900 nuovi casi, ogni 15 minuti in Italia si registra una nuova diagnosi, ogni 19 secondi una donna in qualche parte del mondo riceve una diagnosi di tumore al seno.

Sicuramente oggi questa patologia è altamente curabile, molti sono i casi di donne che convivono con il cancro e tutte le sue complicazioni per anni portando avanti la loro vita personale e lavorativa con fatica, certamente, ma anche con grande soddisfazione, per aver imparato a ‘vincere’ giorno dopo giorno.

Non ci sono molte evidenze scientifiche riguardo all’alimentazione e il tumore al seno ma sappiamo che ci sono 2 fondamentali fattori di rischio legati allo stile di vita che possono avere un effetto negativo sull’insorgenza e sulla recidivazione del tumore al seno e alla prognosi: sovrappeso e/o obesità e consumo di alcol.

Riguardo al sovrappeso è importante monitorare il girovita, soprattutto in fase pre o perimenopausale.

Riguardo all’alcol bastano 50 gr di alcol al giorno, pari a poco più di 3 bicchieri per determinare un aumento del rischio di cancro della mammella del 50% rispetto a chi non beve. In fase pre e post menopausa se si supera 1 bicchiere al giorno aumenta il rischio.

Mangiare verdure a foglia verde sembra avere un ruolo protettivo.

Per i latticini e gli alimenti a base di soia non c’è alcuna evidenza scientifica che li correli all’aumento del rischio di tumore mammario sia per insorgenza che per recidive.

Non tutte le donne sono uguali e non tutti i tumori alla mammella possono essere trattati allo stesso modo.

Le terapie a disposizione sono diverse, chemioterapia, radioterapia, terapia ormonale; a volte servono tutte o solo alcune di queste, in ogni caso è necessario affrontare tutta una serie di effetti collaterali la cui entità può essere contenuta anche attraverso l’alimentazione.

Per costruire un’alimentazione che sia da supporto al sistema immunitario è necessario controllare le frequenze di consumo settimanale dei cereali e delle proteine.

FREQUENZA SETTIMANALE DEI CEREALI

Pasta integrale o di farina di legume: al massimo 3 volte a settimana solo a pranzo

Cereali in chicco integrali (riso, farro, orzo, quinoa, miglio, grano saraceno): almeno 6 volte a settimana (alternando la scelta), a pranzo o a cena.

Pane integrale: al massimo 4 volte a settimana, a pranzo o a cena.

Patate: al massimo 3 volte a settimana, a pranzo o a cena.

Legumi usati come quota carboidrato: almeno 2 volte a settimana, a pranzo o a cena;

ad es.: ceci + salmone + insalata di finocchi e arance; lenticchie + caprino + carote cotte; fagioli + tonno + insalata di pomodori.

 

FREQUENZA SETTIMANALE DELLE PROTEINE

Pesce fresco o surgelato: almeno 3 volte a settimana, a pranzo o a cena.

Pesce conservato (tonno o sgombro al naturale, salmone affumicato): al massimo 2 volte a settimana, a pranzo o a cena.

Carne: al massimo 2 volte a settimana, a pranzo o a cena. (preferendo quella bianca e tagli magri: pollo, tacchino, coniglio; la carne rossa – manzo, vitello, maiale, agnello – da evitare o  al massimo 1 volta al mese)

Uova: al massimo 3 volte a settimana (di cui almeno una preferibilmente a colazione)

Formaggio fresco magro (ricotta, primo sale, crescenza o stracchino, mozzarella): al massimo 3 volte a settimana, a pranzo o a cena (compresi i latticini vaccini eventualmente consumati a colazione, compresi latte e yogurt)

Affettato (bresaola, prosciutto crudo sgrassato, affettato di pollo o tacchino): al massimo 2 volte a settimana, a pranzo o a cena.

Legumi usati come quota proteica: almeno 1 volta a settimana, a pranzo o a cena, un pasto unico a base di legumi + verdura cotta a foglia verde + riso integrale o pane integrale tostato. Ad es: base piatto scarola o bieta + fagioli + un cucchiaio di riso integrale o una fettina di pane integrale tostato; base piatto spinaci + lenticchie + riso o pane integrali.

 

La diagnosi di carcinoma mammario deve però essere affrontata come un’opportunità di rivalutare tutta la storia personale fino al quel momento, non solo le abitudini alimentari ma anche lo stile di vita completo di attività fisica e modo di affrontare lo stress.

Alcuni studi hanno dimostrato che il tempo di raddoppiamento di un tumore varia da tumore a tumore e ci sono ampie fluttuazioni a seconda di cosa stia accadendo nella vita dell’ospite.

Emblematica la storia di Michelle, una donna con un nodulo al seno che è stato presente per 7 anni e improvvisamente cambiò gravemente dopo un periodo di stress acuto.

Il problema perciò non è solo la prevenzione della diffusione, ma perché e in quali condizioni, in alcune persone, depositi dormienti che già esistono si convertano in cancro clinico. L’inattività tumorale è condizionata da molte influenze ormonali e immunologiche, tutte funzioni del sistema psico endocrino e tutte assai suscettibili agli stress della vita.

In numerosi studi sul cancro, il fattore di rischio identificato in modo più continuativo è l’incapacità di esprimere le emozioni, soprattutto i sentimenti associati alla rabbia.

Alla luce di tutte queste evidenze è chiaro dunque che quando una donna riceve la diagnosi di carcinoma mammario dopo l’impatto sicuramente sconcertante all’inizio può e deve ‘decidere’ di mettere in campo tutto il suo potere che certamente porterà alla guarigione.

Indispensabili le cure mediche ma altrettanto decisivi i cambiamenti di tipo comportamentale che tanto incidono sui flussi energetici del corpo.

Via libera dunque ad alimentazione corretta ma anche attività fisica ed esercizi di meditazione e pratiche spirituali di ogni genere purchè siano nelle proprie corde.

 

 

 

 

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