mondo nel piatto

Consapevolezza alimentare, una nuova tappa evolutiva

Sempre più spesso mi capita di sentire persone che accusano malessere generale nonostante abbiano un’alimentazione apparentemente equilibrata.

“Con il lock-down mi sono lasciata/o andare  e ho accumulato sovrappeso” oppure “Mangio bene, mangio poco ma ho un leggero sovrappeso che non riesco a smaltire e un generale senso di stanchezza, di non essere in forma”.

Il nostro corpo ci parla; la pandemia ha creato una cassa di risonanza affinché potessimo metterci meglio in ascolto e provare ad evolverci.

Ci stiamo finalmente accorgendo che lo stato di benessere ha a che fare non  solo con l’assenza di malattia ma soprattutto con una stabile condizione di benessere psico-fisico (definizione dell’OMS). Non basta più prestare attenzione a dosi e qualità del cibo ma è necessario occuparci anche della provenienza e della ricaduta che le scelte alimentari hanno sulla nostra psiche e sull’ambiente in generale non solo da un punto di vista degli aspetti fisici ma soprattutto per gli effetti che si manifestano sul comportamento di tutti gli esseri viventi che abitano questo pianeta.

Ma andiamo con ordine.

Abraham Harold Maslow, studioso specializzato nella psicologia comportamentista, nel 1954 elaborò una gerarchia di bisogni fondamentali dell’uomo nota come ‘piramide di Maslow’  che sono incondizionati e che possono essere utilizzati come basi sulle quali costruire apprendimenti e condizionamenti.

  • i bisogni fisiologici (mangiare, bere, dormire)
  • i bisogni di sicurezza (fisica, economica, di salute)
  • i bisogni di appartenenza (famiglia, amici, comunità)
  • i bisogni di stima (principi che ispirano le nostre azioni, bisogni più interiori)
  • i bisogni di autorealizzazione (spiritualità, sviluppo e appagamento interiore)

Sulla base di questa piramide potremmo innestare i livelli di consapevolezza alimentare di Michio Kushi, allievo di George Oshawa, padre fondatore della macrobiotica:

  • alimentazione meccanica – i bisogni fisiologici
  • alimentazione sensoriale ed emotiva – i bisogni di sicurezza
  • alimentazione intellettuale e sociale – i bisogni di appartenenza
  • alimentazione ideologica – i bisogni di stima
  • alimentazione libera – i bisogni di autorealizzazione

Analizziamo ciascuna di queste modalità di alimentazione.

Alimentazione meccanica: è il livello di nutrizione di chi si alimenta in modo automatico, senza badare più di tanto a ciò che ha nel piatto, senza assaporare il cibo e con l’unico scopo di soddisfare la fame e riempirsi la pancia.

Alimentazione sensoriale ed emotiva: l’attenzione è posta sui sapori, sui colori, gli odori. Affidarsi esclusivamente all’appetibilità dell’alimento è un rischio per la salute umana;  in questo nostro contesto storico-economico-sociale l’industria alimentare conosce bene i meccanismi del metabolismo umano e la sensibilità verso il dolce e il salato in modo particolare e spesso gli alimenti risultano ‘prefabbricati’ con aggiunta di zuccheri o grassi o sale in modo da aumentarne l’appetibilità e quindi il commercio con conseguenze disastrose per la salute dell’organismo.

Alimentazione intellettuale e sociale: si basa sulla presa di coscienza che le nostre abitudini alimentari hanno una ricaduta sia a livello personale e sociale; si ha conoscenza delle informazioni ‘tecniche’ nutrizionali (conteggio delle calorie, quantità di vitamine, minerali, fibre,…). E’ un approccio tipicamente occidentale che non considera l’individuo nel suo complesso e che non punta al recupero dell’equilibrio, ma all’eliminazione del sintomo.

Alimentazione ideologica: livello basato su scelte ideologiche, religiose o etiche. Si comincia a prendere consapevolezza che l’individuo non è estrapolato dal suo ambiente ma rimane comunque un livello di alimentazione vincolato da rigide regole.

Alimentazione libera: questo è il livello di alimentazione al quale aspirare nella sua pienezza; libera non vuol dire casuale o istintiva, ma estremamente consapevole che ci permette di scegliere il cibo in armonia con l’ordine universale. Mettersi a ritmo con il funzionamento del sistema Vita necessita di un approfondimento della coscienza, della consapevolezza di sé che può e deve passare per le scelte alimentari ma che richiede un lavoro di ristrutturazione di tutto il sistema Vita.

Scegliere cibi integrali, scegliere il Km zero, scegliere di non consumare zuccheri, scegliere di non consumare cibi confezionati, scegliere di preparare pietanze base in casa…con consapevolezza, gusto e gioia, questo l’obiettivo. Il risultato sarà non solo corpi sani e in forma ma anche pensieri, idee, abilità dalla qualità superiore.

Una mission impossible?

Forse…o forse no. Un viaggio comincia sempre da un passo, qualunque direzione si scelga non ha importanza basta decidere di fare il primo passo…intanto cominciamo a parlarne, di strade da percorrere ce ne sono molte…

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